Il 26 gennaio 2024 la Corte di Giustizia dell’Aja ha accolto la denuncia presentata dal Sudafrica e ordinato a Israele di prendere misure immediate per evitare il genocidio dei palestinesi a Gaza.
Nonostante il cessate il fuoco rimanga un obiettivo complicato, è stato un momento importante perché l’ordine della Corte ha confermato quello che diversi rappresentanti delle Nazioni Unite hanno ripetuto negli ultimi tre mesi, cioé che quello che sta avvenendo a Gaza non può in nessun modo essere considerato una campagna militare di difesa ma, anzi, potrebbe configurarsi come un genocidio. La Corte ha ricordato alcuni dati essenziali, tra i quali l’elevato numero di vittime civili, inclusi migliaia di bambini, la distruzione di case, scuole e strutture sanitarie, lo spostamento forzato della maggioranza della popolazione della Striscia di Gaza, il tutto in un contesto nel quale il governo e l’esercito israeliano hanno continuamente rivendicato il proprio diritto di bombardare, spesso utilizzando un linguaggio deumanizzante nei confronti dei palestinesi, come quando il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto “stiamo combattendo contro animali umani,” oppure quando Ron Prosor, ambasciatore di Israele a Berlino, ha affermato: “Questa è civilizzazione contro barbarie. Bene contro male.”
E l’Europa? Silente e complice.